Old MtG proxy, necessità che non piace

Old MtG proxy, necessità che non piace

Cambiare prospettiva.

Si potrebbe chiedere ad un curatore che ha appena finito di allestire una mostra d’arte contemporanea di fare un gioco, scegliendo un’opera dal valore compreso tra i 13 e i 16 mila euro. A questo punto, dopo averla imbustata, gli diremo di lanciarla sopra un tavolo su cui abbiamo disposto altre opere (imbustate anche loro eh) con un range di valore tra 10 e i 100mila euro.

Analogie

Il tizio inorridirà solo all’idea di poter rovinare qualcuna delle varie porcate. Cosa dire invece di uno che compra 200mila euro di diamanti, li mette in un sacchetto e ci gira tranquillo per fiere e negozi? Li dispone per mostrarli ad un altro con il suo stesso passatempo bislacco, mentre decine di persone osservano. Li porta a casa di amici. La sera poi, non li mette in cassaforte ma in una morbida sacca appoggiata nella libreria.

Questo è ciò che facciamo tutti con Magic: giriamo con dei capitali dimenticandoci che, durante un torneo qualunque, basterebbe un gruppetto di ladroni con un ferro scarico per fare un colpo che manco quei patetici de la casa di carta. Risparmiandosi pure il Bella ciao! Forse, ci salva ancora il fatto che nonostante tutto Magic non è ancora troppo mainstream. Ma diamo un pò di tempo al simpaticissimo Logan Paul e chissà.

 

Proxy: il male.

Quando parliamo di proxy il pensiero va subito a quanto incidono sulla bellezza del gioco, al fastidio che proviamo se ne fa uso il nostro avversario. Sono il primo a ragionar così, e lo facevo anche quando ero nel mondo dei “soldatini”, nello specifico: Warhammer. Chi non è pratico magari ignora che si può tranquillamente giocare senza miniature e scenari. Bastano basette e pezzetti di carta per sostituire elementi della mappa e truppe. Chiunque abbia testato qualche armylist ha usato questo espediente per vedere un pò cosa limare. Ma senza truppe e diorami le partite sono terribili e, per riuscire a divertirsi, servono molte più birre. Eppure, il gioco resta del tutto identico…

                                                                                                   la stessa cosa

La bellezza del pezzo e la sua ufficialità sono parte integrante del gioco, come lo sono le carte vere in Magic. Potendo, nessuno vorrebbe usare sostituti o proxy… ma iniziano ad esserci davvero tanti ma.

 

Tutela e apertura.

Giocando un qualunque formato Old, un mazzo “budget” per essere un minimo competitivo richiede un esborso di almeno venti/venticinquemila euro. Ora, se una persona che non sia Jeff Bezos volesse avvicinarsi ad un formato del genere partendo da zero, sarebbe complicato farle un discorso del tipo: “grande Gianni, ti sei accorto che le nuove carte fan cagare! Benvenuto nell’Old… però se vuoi giocare con me bisogna che te le compri eh!”. Magic nasce come gioco di carte con in più la componente collezionistica, ma quest’ultimo aspetto ha negli anni acquisito sempre più peso. Guardando ai formati eternal o chiusi, più si va indietro e più il lato ludico va a fondersi con quello collezionistico e, negli ultimi anni, quello finanziario. Senza proxy, chi non è salito a bordo da tempo difficilmente potrà farlo oggi.

Un mazzo che sto usando ora è praticamente identico a tre anni fa. Quando al tempo feci una sua stima, arrivava a 15mila euro circa, mentre oggi si avvicina ai 140. Ora, ha davvero senso portarsi dietro un capitale del genere per andare a fare un torneo? Se anche il mio scopo fosse solo divertirmi, ci riuscirei sapendo che sto rischiando una fortuna fin da quando son salito in macchina? Anche se vincessi, ne sarebbe valsa la pena? Nel poker si gioca per soldi, ma non li si usa fisicamente per giocare né sei obbligato a portarteli dietro in una valigia!

Tre anni fa non pensavo minimamente all’impatto che avrebbe avuto la perdita di un mio mazzo, anche se chiaramente non avrei avuto piacere di bruciarmi 15mila euro. Semplicemente non mi fermavo a riflettere sull’eventualità che ciò potesse succedere, né ho mai pensato di usare delle proxy. A distanza di anni però, mi accorgo che era solo una questione di cifre poichè ora che con un paio di mazzi potrei comprarmi una bella casa, ci penso eccome.

 

Proxy con anima e stile.

Il concetto di proxy nei formati Old va decisamente rivisto. Non è più solo una questione di non avere determinate carte e allora facciamo che questo è un Mox, questo è lo Juzam e questo è tuo zio. La proxy può proteggere un vero e proprio capitale e, se è vero che ognuno è libero di gestire come vuole i propri averi, personalmente non me la sento più di girarmi mezza Italia tra fiere e tornei con mezzo milione o più di carte nello zaino. In casa di amici o nei negozi della zona che frequento da una vita ancora non mi pongo questi problemi, e il discorso proxy non esiste. Ma per quanto riguarda i tornei, preferirei di gran lunga giocare delle proxy e vivermi le partite senza il patema di star rischiando un patrimonio.

La componente estetica è molto importante per la bellezza delle partite, specialmente nei formati Old. Ma si possono scegliere proxy con un certo stile, senza rovinare l’esperienza di gioco e cercando di rimanere nell'”ufficialità”. In Mtg696, soprattutto nei deck monocolore lo stiamo già facendo con questi tre must have:

 

E non c’è da lamentarsi…

Per quanto riguarda i tornei, un’idea interessante potrebbero essere delle proxy legali, fornite di codici a certificare il possesso della carta. Prendiamo per esempio le carte gradate. Sarebbe ottimo se, insieme al grading, venisse fornita una sorta di proxy utilizzabile in torneo con nome e codice della carta gradata, e magari del possessore. Meglio ancora, sarebbe stabilire un tetto di valore al di sopra del quale una carta può essere sostituita da proxy “ufficiali” e legali. Magari fornite al torneo stesso e da riconsegnare al ritiro dalla competizione. Questo espediente non solo sarebbe utile per chi come me ha iniziato ad aver paura per le sue carte, ma avvicinerebbe qualche giocatore in più. E di questo c’è un grande bisogno.

Nessuno può mettere in discussione che i formati Old siano sempre più riservati a quella che ormai è un’elite di fortunati possessori. Basta guardare qualche lista partecipanti agli eventi per accorgersi che è la comunità di giocatori più piccola di tutto Magic. La maggioranza di questi poi, tende ad essere molto più concentrata sull’aspetto estetico e collezionistico che al vero e proprio gioco, non brillando per intraprendenza e voglia di sperimentare. Ciò ha portato ad una grande ripetitività nel deck building e nelle strategie di gioco. Magic696 è appunto nato dalla voglia di vedere qualcosa di differente nel panorama Old, cercando di dare più dignità ai mazzi meno competitivi… ma servono nuove leve!

Allontanare possibili nuovi giocatori da formati chiusi e per lo più inaccessibili, non fa il bene del gioco né l’interesse di nessuno. I chiusi ed elitari formati Old han bisogno di respirare, e per farlo le proxy sono un’inevitabile necessità.

 

Nessuno vuole porcate.

 

Gran parte della bellezza di questi formati sta nel “vedere” le carte, inutile ribadirlo. Ma si dovrebbe analizzare la questione proxy con più elasticità e competenza per giungere ad un sistema organizzato che possa andar bene ai più. Evitare orrori e carte tarocche per arrivare a proxy “ufficiali” ammesse agli eventi, farebbe la gioia di chi ha ormai paura di portarsi le carte a spasso, e avvicinerebbe nuovi giocatori che non possono permettersi le originali. Basterebbe farlo in maniera figa.

 

 

It’s not a child’s play!

 

 

 



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