Pyotty: il più “old” tra i siti italiani ci racconta la sua Adunanza

Pyotty: il più “old” tra i siti italiani ci racconta la sua Adunanza

Da quando nell’ormai lontano’94 nacque Magic ne è passato di tempo. Nel corso degli anni abbiamo visto aumentare i formati, cambiare le regole e esplodere i prezzi. Ognuno di noi, giocatori e collezionisti non proprio di primo pelo, avrà avuto un mazzo preferito, un ciclo cui è più legato… ognuno di noi ha vissuto la sua personale e unica odissea con Magic.
Ma c’è un elemento che accomuna tutti, ma veramente tutti noi giocatori di vecchia data: almeno una volta siamo passati da Pyotty, il primo sito italiano creato da un appassionato di MtG. Grazie ad approfondimenti, fun facts, regole e tanto altro, Pyotty ha saputo rispondere alle nostre curiosità.Con la sua impostazione retrò rimasta identica negli anni ci ricorda che è stato il primo e, oggi, forse l’ultimo rimasto così legato alla tradizione e allo spirito originale di Magic.
Abbiamo chiesto all’uomo che c’è dietro di raccontarci la sua esperienza non tanto nella gestione del sito, ma di come è iniziata e si è evoluta la sua personale storia col gioco, che a ben vedere è simile alla nostra di storia, vecchi giocatori e collezionisti un pò nostalgici.
Ecco cosa ci ha raccontato.

 

                                                             

 

All’inizio, e parliamo per me del 1994/95, mi incontrai casualmente
con queste carte, che mi furono prospettate come un gioco.
Al tempo, escludendo il pokerino, con gli amici, i giochi di carte erano
il tresette d’estate in vacanza, ma conoscevo anche scopa e briscola.
Escludo volontariamente tutto ciò che è riconducibile ai “giochi di
Natale” per un’atavica avversione.
Rimasi colpito dalla carta Minotauro di Hurloon, che per altro non fu
neanche la prima che mi passò sotto gli occhi.
Lo ricordo ancora senza saperne il perché…
La curiosità mi spinse ad acquistare, senza nessuna comprensione,
qualcosa che potesse essere paragonabile a quanto avevo visto per
poter poi “giocare” insieme alla persona che me l’aveva proposto.
Acquistai, per ben 12000 lire, se la memoria mi assiste, in un
negozietto vicino al lavoro, una scatoletta di cartone che conteneva più
o meno questo.
All’interno c’erano 60 carte, in tutto e per tutto, simili a quelle che
avevo visto. E qualcuna proprio uguale – tra cui anche Minotauro di
Hurloon.
Si trattava di un mazzo di 4a edizione italiana.
Con anche un piccolo bugiardino all’interno.
Qualcosa di orrendamente in bianco e nero con una traduzione
estemporanea ed approssimativa.

     

Cercai di comprendere cosa ci si potesse fare, c’erano delle “regole”,
capii molto poco.
Rimandai il tutto al prossimo incontro con l’amico, di cui però, e me ne
scuso, non ricordo più il nome.
Non fu proprio facile entrare nel mondo delle regole, ma qualcosa in
più l’avevo capito.
Fortunatamente avevo internet (e non era per niente scontato).
Trovavo però solo tracce vaghe del gioco e solamente in inglese
(lingua che purtroppo non conosco). Frustrante!
Una cosa la compresi quasi subito, che le carte non erano tutte uguali e
che non avevo speso 200 lira a carta.
C’erano carte che “valevano” di più in base ad un concetto di “rarità”
ancora molto labile e non ancora accessibilissimo.
Le carte non mostravano questa caratteristica e allora iniziò per me la
caccia alle liste, sicuro ormai che le mie 60 NON fossero tutte.
Ne esistevano sicuramente delle altre!
Stavamo appena iniziando a comprendere il gioco chiamato Magic
l’Adunanza.
Non c’erano negozi specializzati, l’unico che conoscevo vendeva
inconsapevolmente solo quello che avevo già acquistato.
Alcune piccole realtà si andavano costituendo nelle fumetterie (e
simili), dove, sparuti ragazzini, compravano bustine, giocavano
scambiandosi le prime regole (e le prime carte!).
Praticamente non sapevo ancora giocare, ma avevo carpito da alcune
liste, di dubbia provenienza, che avrei potuto scambiare.
Mi solleticava l’idea di ottenere pezzi migliori cedendo quelli di più
basso valore, seguendo la filosofia del più valore, più funzionale.
Trovai un altro negozio nella mia città che “spacciava” merce del
genere, era praticamente l’unico (e parlo di Roma).
E giù pacchetti, ne presi tanti (ma tanti) e comincia ad accumulare una
certa quantità.
Arrivai quindi a due negozi a disposizione, anche il primo visitato ora
vendeva bustine (ed era più vicino).
Dovevo scambiare e così feci.
Ovviamente la prima persona che pensai di “raggirare” fu proprio
l’amico al quale proposi uno scambio indegno confidando nella sua
NON conoscenza delle mie “liste”.
Non ci cascò! Anzi si offese pure. Ammisi senza nasconderlo di aver
tentato.
Poi, quando (lui) perse rapidamente l’interesse, mi proposi di
acquistare in blocco le sue poche carte, ovviamente sempre con il
medesimo intento…
Se le volle stranamente tenere, con un laconico «non si sa mai…».

E via via, intorno a questi luoghi di ritrovo e nei dintorni aumentavano
i ragazzini con i loro sacchetti di carte, li vedevo e un po’ li invidiavo.
Avevano capito il gioco e sapevano scambiare valutando la carta senza
l’uso di liste, ma “pesando” le caratteristiche della carta.
Si, ma non è possibile che queste liste dicano tutto e niente, non si
capisce la rarità, si è arrivati a C1, C2, C3, U1, U2, U3… Non ci si capisce
più niente.
Le liste mostrano elenchi diversi, in lingue diverse e con rarità diverse.
Solo navigazione a vista.
Cominciai a raccogliere informazioni e a popolare una cartella Excel,
cercando di conoscere se non altro: elenco carte per edizione e rarità.
Non è stato per niente facile!
Alla ricerca spasmodica di certezze scoprii che esistevano entità terze
che si preoccupavano di stilare una sorta di listino delle carte esistenti.
Per me la scoperta fu l’inaccessibile Scrye.
Chi leggeva Scrye ci capiva!
Ne ho avute ben 2 copie!!!
E finalmente un po’ di regole si fecero più chiare le interpretazioni
convergevano e si poteva giocare senza necessità di scendere nella
volgarità, o peggio.
Avevo ormai qualche centinaio di carte ed era ora di scendere in pista.
Preparai (molto male) il mio grimorio e iniziai a giocare
prevalentemente con amici/parenti/fidanzate.
(Non scendo nel dettaglio che fu convincere Sante donne ad
assecondarmi in questo, non lo rifarei mai)
Ma uscì Leggende, cazzarola. Che carte! D’oro!!!
E giù a mostrare i pezzi, inutili, ma belli solo perché d’oro.
Si sono visti tanti nomi attraenti in quel periodo… Tutti
profondamente inutili.
Ma lanciare quei pezzi donava prestigio e tutti a leggere cosa facesse…
Personalmente, completamente immerso in questa follia, scambiai una
terra doppia (e fortunatamente non ricordo quale) per questo Nicol
Bolas.

E ne vado fiero, se tornassi indietro lo rifarei!
Abbiamo giocato sui tavoli della mensa dell’università, sui
marciapiedi, sulle scalinate, sui pavimenti, sui ripiani e abbiamo tutti
imparato, a nostre spese, che un elastico era un terribile porta-mazzo
e che le buste invece funzionavano perfettamente.
Buste porta carte? Quelle cose da poche lire? Nah. Elastico!
E basta bustine!
Si arriva poi alla saturazione e al dilapidamento delle proprie finanze.
E non se ne poteva più, apri doppioni, apri doppioni, etc..
Sarebbe carino che mi potessi acquistare le carte che cerco, un po’
come si faceva con gli album delle figurine.
Alla fine quelle che non avevi le chiedevi al produttore che te le
inviava in una bella busta a casa pagandole solo un po’ di più del
prezzo originale.
No, Magic no.
E nessuno aveva quello che mi serviva. O ce l’aveva e non me lo
scambiava.
Cazzarola possibile che non ci sia nessuno che l’abbia capito?
Mentre lo dicevo mi mancava una carta per completare l’edizione
Rinascimento.
60 Carte, me ne manca una sola.
Un nuovo amore mi sposta di zona e comincio a bazzicare un quartiere
mai visto e lontanissimo da casa mia.
Toh, c’è un negozio che ha carte Magic (e pure due tavolini da giardino
di plastica).
Ovviamente entro e compro la mia bustina (non era una sicuramente).
E niente, soliti doppioni, aperti lì sui tavolini bianchi.
Alla cassa/bancone, insomma dove pagai, c’era una signorina (è già
strano) alla quale spiegai che la mia faccia affranta era dovuta
all’ennesimo doppione.
«Che ti serve? »
Davvero? Evvai! Potevo avere una possibilità. Finalmente, il
responsabile, un 50enne che mi poteva essere zio, vendeva le carte
sfuse e potevo aspirare a completare la collezione di Rinascimento.
Completa! Una bella sensazione. Davvero. Da replicare!
Ormai volevo completare TUTTO e così feci, carta dopo carta
completai un po’ tutto spendendo molto di meno.
La strada era tracciata, giocare e collezionare (o viceversa).
Al negozio di cui sopra diedi un mio album di doppioni con sopra ben
stampati i prezzi di ciascuna carta. Lo feci fiducioso che altri acquirenti
potessero attingere ai miei doppioni con il servizio “conto terzi”
offerto dal negozio.
Passa qualche settimana (o mesi) e il negozio chiude, sparisce e non ne
so più niente (eh si che l’ho cercato).
Il mio raccoglitore è ancora disperso con all’interno diversi pezzi
pregiati.
Beato chi l’ha trovato.
Ma come scambiare, non sono un tipo molto sociale.
Sito internet, creo un sito che esponga cosa cerco e cosa offro.
In realtà ci lavoro un paio d’anni nel tempo libero. Ovviamente i mezzi
nel 2000 erano quelli che erano….
E vado online. E ci sono ancora!
Probabilmente uno dei primi in Italia, ma questa è un’altra storia…
Ad oggi la mia collezione avanza spedita.
Visto che non conosco l’inglese colleziono solo quanto stampato in
italiano.
Insomma da quando c’è il numero sulla carta, tutto quello che ha un
numero.
Oltre alle carte normali colleziono anche i token.
Prossimamente aggredirò le promo/game day/release day.
Mediamente mi mancano sempre un centinaio di carte.
Mi tiene in vita.
Tra i tanti, un paio di acquisti saltati:
 Tundra di prima edizione italiana a 80000 lire.
(acquistato nel 2018 a 400€)
 Mare Sotterraneo di seconda edizione a 20000 lire.
(ancora da comprare!!!!)

La vera magia della vecchia scuola era gloriosa.
Ed essendo io un nostalgico, mi piacerebbe riconquistare quello
spirito, lo stesso mazzo di carte e tutto il resto.
Le ultime partite, le più belle secondo me, sono state quelle giocate
con solo comuni.
Modalità che all’inizio aveva il nome di “paesant”.
È qui che entra in gioco la parte polemica che ormai mi caratterizza da
parecchio tempo.
Non gioco più, e da moltissimo tempo, il gioco si è lentamente
modificato, e non solo nelle regole, ma nell’approccio stesso.
Ho visto il degrado delle regole che ormai sono centinaia e che
consentono praticamente tutto a tutti.
La regola del più spendi più vali è portata all’esasperazione e
francamente non trovo nessun’altra spiegazione se non quella
economica.
Il gioco è ora un business per il produttore che si distanzia ormai
troppo da quanto immaginato dall’autore.
Si sono portate le regole verso il basso per far accedere al gioco quante
più persone possibile senza puntare più su una strategia personale,
ma si sa cosa va e cosa no, c’è il meta e ci si misura tutto.
Probabilmente alcune partite si potrebbero non giocare
semplicemente vedendo le carte.
Non è più il mio gioco.
Non è però tutto perduto.
Alcune comunità nel mondo e, perché no, anche in Italia stanno
valorizzando questa filosofia.
Simpatici nostalgici!
Si costituiscono gruppi che, autoregolamentandosi, giocano secondo le
regole della vecchia scuola.
Lì si vede la qualità del giocatore, li si applicano le vere strategie, lì non
basta più il grimorio “pesante”.
Regole semplici.
Solo primi set, solo vecchie grafiche e immagini originali.
Poi si può virare un po’ aggiungendo la variante Svedese che prevede
solo Alpha/Beta/Unlimited e le espansioni fino a Oscurità, oppure le
regole di Eternal dagli Stati Uniti che consentono Fallen Empires ed
eventuali ristampe ma solo se con immagini originali e vecchia grafica.
In entrambi i casi esistono piccole differenze nelle carte
Bannate/Ristrette.
Niente di strano o difficile, molto basico.
Declinare poi il paradigma all’italiana non è difficile.
Limitarlo alle carte sole carte comuni è il passo vincente.
Costruisci un grimorio da 60carte e magari giochi via webcam con
chiunque, con altrettante carte reali.
Magari non si vince, è sicuramente un’operazione nostalgia, ma
l’esperienza sarà più vicina allo spirito del gioco originale.
Ma anche la vecchia scuola perde un po’ senso quando si è circondati
da enormi quantità di carte (anche migliori) ormai facilmente
ottenibili con qualche click.
Inoltre, negli ultimi 25 anni sappiamo molto di più sulla costruzione
del grimorio, abbiamo gli studi dei meta, e dell’interazione con le
carte.
E sarebbe facile pensare che un formato vecchio come il gioco stesso
sia facile da escludere, ma ci sono sempre nuovi mazzi che vengono
costantemente preparati che mettono alla prova ciò che era il migliore
in passato.
Ed è piuttosto divertente.
Tuttavia, manca ancora molto di ciò che rendeva Magic così
affascinante al suo esordio, e parte del fascino che l’autore voleva
inserire nel gioco: la preparazione, la costruzione, il commercio non
con il valore economico in mente, ma per ciò di cui avevi bisogno per
migliorare il grimorio, il mistero di quali altre carte potrebbero esserci
là fuori ancora da scoprire.
Non è possibile davvero fare molto per questo ultimo punto.
E’ quindi possibile ricreare quell’esperienza?
Sarebbe necessario togliere molto di ciò che oggi diamo per scontato:
Grimori On-Line, Venditori On-Line e Negozi Specializzati.
Il vantaggio sarà la preparazione e la riscoperta di alcune carte
fantastiche perdute nel tempo.
L’immersione in raccoglitori e scatole sfuse nei negozi di giochi e
fumetti, setacciando carte che non sono state toccate da una vita.
L’interazione con una comunità che non solo ama giocare a queste
vecchie carte, ma ama anche aiutare gli altri a giocarci.
Giocare un formato con un budget che la maggior parte dei giocatori di
Magic può permettersi.
E forse, solo forse, svilupperemo un ritrovato apprezzamento per
questo gioco che abbiamo sicuramente amato e vorremo ancora
amare.



3 thoughts on “Pyotty: il più “old” tra i siti italiani ci racconta la sua Adunanza”

  • Conobbi il sito di Pyotty molti anni fa cercando su internet le differenze tra la seconda e la quarta edizione italiana! Grandissimo!

  • Piotty è un pioniere, uno dei primissimi content creator del “Magic internettiano italiano”. Ben prima che ci fossero i content creator.
    Grandissimo colpo ragazzi!

  • Si, siamo stati decisamente contenti che il buon Pyotty abbia accettato di raccontarci com’è iniziata la sua storia con Magic.

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